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Aprile 2024

“Made in Italy, Made in Fiera”: AEFI e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy celebrano il sistema fieristico italiano

Francesca Del Bello

Una tavola rotonda volta ad evidenziare il ruolo delle fiere e delle filiere collegate nella promozione del Made in Italy nel mondo
Come previsto nell’ambito della Legge Quadro per il Made in Italy, il provvedimento normativo approvato in Senato a dicembre 2023 e volto a sostenere e promuovere a livello nazionale ed internazionale le eccellenze produttive e il patrimonio culturale italiano, il 15 aprile scorso è stata festeggiata la prima Giornata Nazionale del Made in Italy. Una giornata istituita con lo scopo di celebrare la creatività e l’eccellenza italiane, riconoscendone il ruolo sociale e il contributo allo sviluppo economico e culturale. Nell’ambito di queste celebrazioni, AEFI – l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, ha deciso di valorizzare il contributo del sistema fieristico italiano e delle filiere collegate nella promozione del Made in Italy nel mondo, evidenziando in particolare il legame fra fiera ed export, con una giornata di discussione intitolata “Made in Italy, Made in Fiera”. Il sistema fieristico nazionale, infatti, conta quasi 900 manifestazioni nel 2024, di cui 267 internazionali: da sempre, questi eventi rappresentano il motore della promozione della creatività e dell’eccellenza italiane, una vetrina e una piattaforma di business, un luogo d’incontro di idee e di passioni, ma anche un generatore di valore per i territori. Per avere una panoramica  dell’andamento del settore, AEFI condivide le prime stime sull’anno appena conluso: secondo l'Associazione, infatti, il 2023 si è chiuso con un incremento tendenziale del 10% dell’area espositiva venduta in Italia. Rimane il gap del 10% rispetto al target pre-Covid, che però – sempre secondo le previsioni AEFI – sarà colmato nel 2024. In crescita invece il numero di visitatori, sia sul 2022 che sul 2019, rispettivamente del +20% e +4%.

All’incontro erano presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il presidente dell’Italian Trade Agency Matteo Zoppas, il presidente AEFI Maurizio Danese, nonché una delegazione dei principali organizzatori fieristici nazionali: Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere Group, Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, Pietro Piccinetti, presidente della Commissione Internazionalizzazione di AEFI, Renato Pujatti, presidente di Pordenone Fiere e Simona Rapastella, direttore generale di FederUnacoma.

Ad aprire i lavori è stato il presidente AEFI Maurizio Danese: “Le fiere supportano gran parte dei comparti-bandiera del fare italiano. Settori che complessivamente valgono il 60% delle esportazioni del Belpaese e che sono protagonisti ogni anno in circa 270 fiere internazionali. Una centralità, quella dell’industria fieristica, che grazie alla recente Legge sul Made in Italy è per la prima volta riconosciuta in un testo legislativo quale ‘fattore cruciale per la conoscenza e la diffusione dell’eccellenza del Made in Italy’. Una tappa necessaria per mettere a terra il processo di internazionalizzazione del sistema italiano delle fiere dentro un unico veicolo pubblico/privato”.

Le Istituzioni, nei loro interventi, hanno evidenziato il valore strategico del sistema fieristico a livello economico e di promozione. “Le fiere italiane, rappresentate da Aefi, esprimono al meglio il Made in Italy e sono il principale strumento di internazionalizzazione delle imprese nazionali. Grazie al vostro lavoro abbiamo portato il mondo in Italia, ora serve portare le nostre imprese nel mondo: se riusciamo a trovare uno strumento comune per fare questo in alcune aree e continenti e per alcuni settori, possiamo avere un effetto moltiplicatore per le imprese nei mercati stranieri”, ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, mentre il presidente di ITA Matteo Zoppas ha sottolineato che “[l]e fiere sono lo strumento su cui puntare per fare promozione, innovando anche attraverso processi di digitalizzazione che possono fare la differenza perché agevolano il processo di unione tra domanda e offerta".





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