21/05/2025

Filiera italiana aftermarket indipendente, crescono fatturato e marginalità

Beppe Facchini

Presentata l’analisi economico finanziaria del settore realizzata dal Politecnico di Torino e dal suo spin off Stardard and Testing
Fatturati e marginalità in crescita, con performance positive negli ultimi quattro anni, per i principali distributori e ricambisti in Italia. È quanto emerge dall’Analisi Economico Finanziaria della filiera distributiva dell’aftermarket indipendente, realizzata dal centro di ricerca del Politecnico di Torino, insieme al suo spin off Stardard and Testing, e presentata nel corso della prima giornata di Autopromotec 2025, alle Fiere di Bologna.

“Vediamo un settore molto resiliente, vivacissimo, consistente e sicuramente con dei cambiamenti molto forti verso una crescente organizzazione, digitalizzazione e una crescente tensione dal punto di vista competitivo -  spiega Silvano Guelfi, economista, ma soprattutto docente e ricercatore del PoliTo, che ha coordinato l’analisi -. Tutti gli operatori stanno cercando sinergie, accordi e ulteriori sviluppi – aggiunge –, anche in parte differenti rispetto al passato”.

Dall’analisi, presentata in occasione di uno dei diversi eventi organizzati nel corso della rassegna dal politecnico piemontese, emerge nello specifico che a crescere sono soprattutto i big del settore, anche se il trend positivo riguarda un po’ tutti gli operatori. La marginalità commerciale media tra i principali distributori, riferita al 2023, è stata del 26,3%, mentre il margine operativo lordo si è assestato a circa il 6,5%. Un dato che, ha sottolineato ancora Guelfi nel corso della presentazione, soddisfa più le imprese familiari che le multinazionali. “In termini di fatturato crescono di più i ricambisti che i distributori – continua –, con quelli più grandi che stanno conquistando le maggiori quote di mercato”. A riconferma di questo, il dato di marginalità commerciale media tra i ricambisti arriva a superare quota 32%. “Nonostante una situazione di prodotto interno lordo che non brilla a livello italiano – dice ancora Guelfi – la filiera continua a registrare dei segni positivi, in particolare per gli operatori che guidano il mercato”.

Quanto invece agli scenari futuri, l’esperto non ha dubbi: “Da qui a qualche anno il settore è destinato a restare decisamente consistente, perché il parco auto circolante ha superato i tredici anni d’età media e quindi parliamo di decine di milioni di autovetture molto anziane che necessitano di essere auto-riparate in modo molto importante. Evidentemente, però, il futuro è anche evoluzione tecnologica, auto elettriche e non solo, con inevitabili cambiamenti – conclude Guelfi –, ma la mobilità rimane e la necessità di rendere efficiente e sicuro il mezzo su cui si viaggia permarrà, quindi sono molto ottimista”.  





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