22/05/2025

Ricostruzione: più innovazione per rimanere competitivi

Massimo Condolo

Nessuno dubita dei benefici dei pneumatici rinati a nuova vita, ma mancano direttive uniformi e l’incertezza dei mercati non aiuta. Il convegno che ha preceduto la consegna dei Recircle Awards ha fatto il punto.
Ricostruire i pneumatici significa risparmiare risorse naturali, abbattere le emissioni nocive, ridurre il costo d’esercizio dei veicoli e creare posti di lavoro, eppure la situazione dell’industria della ricostruzione mostra luci e ombre. La congiuntura economica e i dazi statunitensi pongono nuove sfide e la ricerca di mercati inediti e l’implementazione di nuove tecnologie possono però dare nuovo slancio a questo settore, in cui l’industria italiana gioca da sempre un ruolo importantissimo. Iniziamo proprio dalle tariffs volute da Donald Trump su molti prodotti asiatici: “Il mancato sbocco sul mercato statunitense di molti prodotti di bassa qualità”, ha spiegato David Wilson, editore della testata specializzata Retreading Business, “porta i produttori asiatici a cercare uno sbocco sui mercati europei, senza troppi scrupoli perché la loro strategia è conquistare inostri mercati”.
 
La sostenibilità è un argomento importante, ma è in agenda della sola Unione Europea, per cui sugli altri mercati la lotta è spesso impari. A remare contro sono anche la mancata uniformità di applicazione delle regole europee nei vari Stati membri e, ancora una volta, la concorrenza asiatica. “Questa volta”, spiega però Anna-Maria Guth del network tedesco Azur, “la competizione riguarda l’approvvigionamento dei pneumatici fuori uso, che fanno gola a indiani, pachistani e altri operatori asiatici, mentre i pneumatici fuori uso europei devono rimanere in Europa per alimentare correttamente la filiera”. Non mancano tuttavia in altre parti del mondo altri esempi virtuosi, come quello statunitense e canadese evidenziato da Stratton Kirton di Liberty Tyre Recycling: “Dagli anni Ottanta abbiamo ridotto da un miliardo a 48 milioni le tonnellate di pneumatici fuori uso disperse nell’ambiente, con risultati sensibilmente migliori in Canada rispetto agli Usa”. Gli States sono infatti frenati da una legislazione diversa da Stato a Stato (in alcuni manca del tutto) e ora dalle politiche di Trump che hanno aumentato il costo della vira, ridotto l’attenzione alla sostenibilità e creato incertezza.

Automazione, digitalizzazione, implementazione dell’intelligenza artificiale possono aiutare a rendere efficace il ciclo e sicuro il prodotto della ricostruzione. “Nei nostri stabilimenti”, ha spiegato Arthur Wagner di Regom, “abbiamo installato linee automatiche che iniziano con l’identificare costruttore, DOT e codici di ogni pneumatico, quindi procedono a verificare lo stato della carcassa e a scartare automaticamente quelle non in grado di essere ricostruite in sicurezza”. Questa selezione, che presto sarà velocizzata e resa più precisa dai chip RFID, permette una migliore qualità del prodotto ricostruito ma anche un reimpiego corretto delle materie prime seconde ricavate dalla triturazione dei pneumatici fuori uso. “Una corretta identificazione delle materie prime seconde”, gli fa eco Giuseppina Carnimeo, direttrice generale del consorzio Ecopneus, “ci porta a ragionare in termini non di gestori di rifiuti ma di gestori di materie e ci permette di creare valore con materie che altrimenti andrebbero distrutte e di dialogare correttamente con tutti gli stakeholder”.

In occasione delle conferenze sulla ricostruzione sono starti consegnati i Recircle Awards, assegnati dalle riviste Retreading Business e Tyre & Rubber Recycling. I premi alle persone sono andati a Haarjeev Kandhari (Vaculug) come miglior dirigente d’azienda) e a Leonardo Oliveira di Vipal Rubber come dipendente dell’anno. Tra le aziende hanno vinto VM Rubber come miglior fornitore di accessori e prodotti di consumo per la ricostruzione, a Italmatic come miglior fornitore di attrezzature per la ricostruzione e come migliore innovazione del settore della ricostruzione. Il miglior fornitore di battistrada è stato individuato in Marangoni (che è anche ricostruttore dell’anno), mentre per il miglior fornitore per il riciclo di pneumatici il premio è andato a Eco Green Equipment. Regom ha vinto il premio per l’innovazione nel settore del riciclo dei pneumatici. A Rover Research è andato il premio per l'innovazione aziendale), mentre Liberty Tire e Walmart hanno portato a casa il premio dell’economia circolare. Il premio Spirito della ricostruzione è andato a 633 Tyres, lo Spirito del riciclo a Freee Recycle, lo Spirito della produzione di battistrada a Galgo. l riciclatore dell’anno è Genan, Bolder Industries ha vinto il premio pirolisi dello pneumatico. I premi donna sono andati a Christina Guth di Azur Network per il settore della ricostruzione, Ifedolapo Runsewe di Freee Recycle quello del riciclo. Il premio per il settore del riciclo di pneumatici è andato a Sdab, inventrice del portale di ricerca sugli pneumatici a fine vita, il premio per la formazione è andato a Univipal. Mario Marangoni ha vinto il premio alla carriera nel settore della ricostruzione; lo stesso premio per il settore delriciclo èandato a Bengt-Sture Ershag.

 
 





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