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Novembre 2017

Auto, crescono gli acquirenti di veicoli che si informano su internet

di Alessandra Pradelli

In occasione della quindicesima edizione dell’Internet Motors, tenutasi a Roma a ottobre, esperti del digital advertising hanno evidenziato come una sinergia più stringente tra le aziende automobilistiche, i dealer e il mondo della comunicazione digitale possa portare a una crescita del business nel campo dell’automotive. Ecco alcune indicazioni da seguire.
Per il settore dell’automotive “internet” non vuol dire solo veicoli connessi. Le opportunità date dal web all’industria delle quattro ruote spaziano in diversi settori, tra cui il digital advertising (azioni pubblicitarie veicolate attraverso i canali di comunicazione digitale). Riuscire a ingaggiare clienti servendosi della rete, nell’era della rivoluzione tecnologica, è fondamentale per continuare ad avere un business. Ma, per riuscire a cogliere il potenziale della comunicazione digitale e sfruttarne i vantaggi, servono da parte di operatori e aziende formazione e consapevolezza sugli strumenti da utilizzare. È quanto emerso durante la quindicesima edizione di Internet Motors. Il convegno, tenutosi a Roma a ottobre, è ormai diventato un punto di riferimento per chi vuole conoscere e capire come si sta evolvendo la sinergia tra le aziende automobilistiche, i dealer e il mondo della comunicazione digitale. Uno sviluppo iniziato più di un anno fa e che oggi inizia a produrre i risultati attesi.
 
Il 2016 ha sancito un vero e proprio stacco rispetto agli anni precedenti per quanto riguarda l’investimento in digital advertising del settore automotive: si tratta infatti di un settore che, secondo le ultime rilevazioni Nielsen, è secondo solo a quello alimentare per quanto riguarda gli investimenti pubblicitari, con una crescita dell’11% anno su anno. Tutto ciò che riguarda la vendita di automobili e relativa componentistica, infatti, negli ultimi anni è stato profondamente rivoluzionato dall’impatto con il mondo digitale. L’utilizzo delle piattaforme online dedicate al cliente finale ha dato vita a nuove idee, nuovi modelli di comportamento e ha richiesto agli operatori di ridefinire i processi in maniera del tutto innovativa. Internet Motors si prefissa quindi di raccontare tutto quello che il prossimo futuro ha in serbo per il settore automotive, grazie a panel, incontri e dibattiti con esperti nazionali e internazionali: merito di Marco Marlia, fondatore e CEO di MotorK, società ideatrice di Internet Motors, che ha ricevuto l’appoggio di IAB Italia.
 
Un po’ di dati
Nel corso del 2016, gli investimenti fatti nel settore digital automotive, secondo quanto emerso durante Internet Motors, sono cresciuti dell’8 per cento rispetto al 2015. Numeri in aumento che fanno ben sperare per il futuro. Infatti, stando alle previsioni per il 2018, le risorse destinate al digital advertising dovrebbero salire del 9,4 per cento. Al di là delle previsioni, un aspetto interessante è come e dove vengono investiti questi soldi. Una parte rilevante di questa spesa è indirizzata verso la comunicazione pubblicitaria operata dai concessionari prevalentemente sui canali social: i più utilizzati sono Facebook (75,3%) e Twitter (15,6%). In questo caso i brand più attivi sul mercato stanno indirizzando i loro investimenti – per un valore di quasi 3 miliardi di euro – verso il formato video: pensato non più solo per la tv, ma anche per una diffusione più rapida e virale tramite i social network. Questa strategia di comunicazione pubblicitaria è il risultato di un’analisi realizzata sui comportamenti dei clienti. Infatti, sempre più persone, prima di acquistare un veicolo, navigano in rete alla ricerca d’informazioni su modelli, offerte e promozioni. E solo in un secondo momento si recano in concessionaria.
 
Secondo gli ultimi dati Google il 53% delle ricerche di auto iniziano online e il 39% da un motore di ricerca. Ciò dimostra come il mercato dell’auto stia cambiando radicalmente. Per diversi analisti del settore tra cinque anni il 18 per cento degli europei comprerà l’auto online, mentre il 79 per cento opterà per un approccio ibrido, usando il web in alcune delle fasi del processo d’acquisto. Il restante 3% continuerà a fare tutto assieme al rivenditore, senza passare dal web. “I concessionari hanno il tempo e gli strumenti necessari per affrontare questo epocale cambiamento di paradigma – ha commentato Marco Marlia – Il cliente sta chiedendo una semplificazione dell’esperienza, un sistema di post vendita con alti livelli di servizio e una maggiore flessibilità relativa al prodotto. Nei prossimi cinque anni dovremo lavorare assieme ai dealer per garantire un compiuto processo di digitalizzazione, più che necessario per intercettare quel 79% di utenti che non si negheranno l’esperienza offline”.
 
I video: perché non sottovalutarne la forza
Ad affrontare il tema dell’importanza degli investimenti video è stato chiamato Andrea Staderini di Mosaicoon, la startup che si occupa di realizzare e diffondere campagne pubblicitarie in rete: “Il video è il nuovo linguaggio naturale dell’universo digitale. Qualunque società, e in particolare nel mondo automotive, voglia aumentare le vendite del proprio prodotto deve comunicare con l’audience utilizzando questo formato. Oggi il processo d’acquisto è più complesso: si parte da un’ipotesi e la si approfondisce online. Tutte le informazioni raccolte tramite questo processo iniziale contribuiscono poi alla decisione di acquisto presso il concessionario. I video, a nostro avviso, sono quindi uno strumento molto potente per ingaggiare i clienti e guidarli verso la scelta d’acquisto desiderata”.
 
Cosa chiedono i consumatori
In questo percorso di cambiamento non bisogna trascurare l’acquirente finale tanto che se si vuole avere un business redditizio bisogna puntare alla trasparenza. Infatti, nonostante trovare le informazioni sia diventato molto più semplice e alla portata di tutti, dagli ultimi studi emerge che confusione, paura e frustrazione continuano a essere i sentimenti prevalenti nel processo di acquisto: la prima regna in tutto il momento della scelta, la seconda la fa da padrone al momento dell’acquisto e la terza, infine, può emergere nella fase di possesso quando ci si preoccupa dei costi di gestione, assieme al rimpianto di aver sbagliato auto.





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