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Gennaio 2020

Al CES di Las Vegas, dove innovazione fa rima con cambiamento

Francesca Del Bello

La crescente presenza del settore automotive alla rassegna di Las Vegas invita ad una riflessione più ampia sul futuro del settore
Il CES (acronimo di Consumer Electronics Show) è l’evento che, dal 1967, riunisce le maggiori aziende produttrici di elettronica e tecnologie di consumo. Per comprendere la portata dell’evento, basta dare un’occhiata alle cifre dichiarate dagli organizzatori a conclusione dell’edizione 2020 (svoltasi a Las Vegas dal 7 al 10 gennaio): le aziende espositrici sono state più di 4.400, per un totale di circa 270.000 metri quadri di superficie espositiva, mentre i visitatori dichiarati sono stati più di 170.000. Dalla prima edizione andata in scena più di 50 anni fa, sono state presentate qui innovazioni che hanno cambiato (o, quantomeno, segnato in maniera significativa) la vita della maggior parte dei consumatori: il comune videoregistratore, il DVD e, più tardi, il Blu-Ray, oltre alle più moderne tecnologie per l’intrattenimento domestico (smart e connected TV, schermi con sistemi OLED e così via), solo per prenderne ad esempio alcune.

Non (solo) dunque una rassegna di avveniristici prototipi da esposizione, ma un vero e proprio palco sul quale esibire le tecnologie che, presto o tardi, entreranno a far parte del nostro quotidiano: l’elettronica di consumo del CES è da intendersi in maniera trasversale, e deve essere declinata ed adattata a diversi settori. Fra questi, quello dell’automotive. Non si può fare a meno di notare, infatti, come lo spazio riservato alle tecnologie pensate per questo settore si stia ampliando in maniera considerevole: a cominciare dal 2013, quando fra i prodotti in mostra a Las Vegas figuravano anche le automobili a guida autonoma. Anche quest’anno, quello dell’automotive è stato un settore ben rappresentato, e non solo come argomento di discussione all’interno di incontri e convegni. Le case auto presenti hanno presentato i propri modelli più futuristici, sempre più connessi, in grado non solo di garantire la sicurezza del conducente e dei propri passeggeri, ma capaci di regalare una vera e propria esperienza a bordo a tutto tondo. Via libera dunque a sistemi che sfruttano l’intelligenza artificiale a bordo, ad apparecchi di infotainment all’interno dell’abitacolo, a sensori sempre più sofisticati che avvicinano via via al livello 5 della guida autonoma, quello che permetterebbe di eliminare il controllo umano al volante.

Durante l’edizione di quest’anno, inoltre, l’asticella è stata spinta ancora un po’ più in alto: un’azienda tradizionalmente legata al comparto dell’elettronica ha infatti presentato il proprio concetto di vettura, svelando al mondo un prototipo di veicolo elettrico dotato di una serie di sensori che rappresentano la massima espressione della ricerca tecnologica portata avanti dall’azienda negli ultimi anni. Una provocazione? Forse. Di certo, però, questo ribadisce ancora una volta – qualora ce ne fosse stata la necessità – quanto l’automobile stia diventando un mezzo sempre più articolato da un punto di vista tecnologico: i veicoli sono ormai architetture complesse in cui i sistemi meccanici comunicano con componenti sempre più raffinati da un punto di vista tecnologico. Nello scenario della cosiddetta “mobilità del futuro”, l’automobile è un mezzo in grado di dialogare in maniera efficiente con l’ambiente circostante, consentendo a guidatori e passeggeri di godere di una vera e propria “user experience”. Non deve stupire, dunque, il fatto che all’interno di una rassegna dedicata tradizionalmente ai dispositivi per la comunicazione e l’intrattenimento ci sia – e, probabilmente, ci sarà sempre più – spazio per il settore automotive. L’evoluzione e il progresso si muovono di pari passo con l’apertura a scenari inaspettati.



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