Condividi su
Febbraio 2017

Metano Lng, in arrivo in Italia un Hub per lo stoccaggio e distributori self-service

di Dino Collazzo

Per la presidente di Federmetano Licia Balboni la strategia da seguire per potenziare il settore passa da una maggiore capillarità della rete. Ma per farlo serve investire in un centro per lavorare il gas naturale così da contenere i costi sul trasporto dall’estero che ne rallentano lo sviluppo
Ottimizzare le infrastrutture esistenti, semplificare la normativa per l’installazione di self service, ma soprattutto realizzare in Italia un hub per lo stoccaggio del Lng (liquefied natural gas). Per Licia Balboni, presidente di Federmetano, sono le prime tre cose da fare per rimanere leader nell’utilizzo del metano come carburante alternativo nel settore dell’automotive. Il nostro paese infatti vanta il primato sia per il più grande parco circolante – quasi un milione di vetture rifornite con Cng (Compressed natural gas) – che quello per il maggior numero – 1163 in tutto – di stazioni di servizio d’Europa. Non è così invece nel comparto dei trasporti pesanti alimentati con Lng – presente in 15 stazioni – dove ci muoviamo a rilento e che invece costituisce un settore potenzialmente in crescita. Su cui hanno investito da diversi anni, oltre alle imprese di trasporto, anche quelle che producono mezzi commerciali e pesanti (Iveco, Scania, Daf, Volvo e Mercedes-Benz) e le officine dell’aftermarket, in grado di trasformare in versione “green” – diesel-metano o benzina-metano – i motori già in uso. Ma per riuscire a innescare un meccanismo virtuoso serve investire in una rete ben più capillare di quella esistente. E per farlo occorre superare due ostacoli: una normativa stringente sulla realizzazione di punti vendita – che con il recepimento della direttiva Ue Dafi sui carburanti alternativi dovrebbe diventare più agevole –, e una riduzione del costo del Lng, proveniente dagli hub di Barcellona e Marsiglia, con la creazione di un centro di stoccaggio in Italia. “L’assenza sul territorio di una struttura di questo tipo ci costringe a comprare metano liquido dall’estero con un aggravio della spesa sui trasferimenti dai porti alle stazioni - spiega la numero uno di Federmetano -. Il risultato è il venir meno delle condizioni di convenienza necessarie per l’installazione di altri distributori, soprattutto nel sud Italia, perché i costi a litro sarebbero poco concorrenziali rispetto a quelli del gasolio.” Un paradosso se si pensa che l’Italia è il paese in cui meglio si è sviluppata la tecnologia che consente di sfruttare il metano per gli autoveicoli e dove si investe di più nell’alimentazione per tir e camion a gas naturale, grazie alla ricerca di sistemi dual fuel e a biometano. “Negli altri paesi europei il Lng è molto più sviluppato, in particolare lungo la rete Ten-T (Trans european networks - Transport. Ndr) - continua Balboni -. Si tratta di corridoi multimodali dove si alternano spostamenti su gomma, ferro e acqua e su cui circolano sempre più mezzi a metano. Per incrementarne il numero servono stazioni di rifornimento adatte ad accoglierli. Da noi sono ancora troppo poche, rispetto al potenziale, e si trovano lungo l’asse Torino, Milano, Verona e Venezia. A cui si aggiungeranno a breve anche Modena, Parma e Padova così da ampliare l’area del nord Italia”. L’obiettivo però non è quello di migliorare solo la parte settentrionale ma di riuscire anche ad allacciare a questo corridoio una rete di distributori sparsi lungo l’intera penisola. In modo da rendere sempre più conveniente per gli autotrasportatori la scelta di muoversi in maniera sostenibile. Con il risultato di ottenere effetti benefici non solo sull’ambiente – si riducono le emissioni di Pm e NOx – ma anche per i bilanci aziendali che vedrebbero calare la voce sul costo del combustibile. Infatti, secondo un’analisi realizzata da Federmetano, un veicolo “heavy deuty” a metano, dal peso di 440 quintali, può riuscire a risparmiare rispetto a un gemello a diesel fino a 5 mila euro all’anno. È su queste stime che da tempo diverse associazioni di categoria insieme con il ministero dello Sviluppo economico e altre istituzioni nazionali e locali organizzano convegni, tavole rotonde e incontri con lo scopo di accelerare i lavori per realizzare le infrastrutture necessarie. “L’hub è una di queste - precisa Balboni -. Parliamo di un centro in cui il metano liquido viene caricato sulle autobotti per poi essere distribuito. Le zone in cui potrebbe sorgere questa struttura sono la fascia costiera dell’Adriatico, tra Ravenna e Venezia, oppure il porto di Livorno”.
 
Passando invece ad analizzare il settore dell’auto le cose vanno decisamente meglio. E lo dimostra il fatto che l’Italia è, tra i paesi europei, quello con più veicoli e stazioni di servizio a metano. Un primato che rischia però di sfumare se non si decide di investire nel potenziamento della rete di distributori e sulla possibilità di semplificare la normativa per la creazione di self-service. Sulle strade italiane oggi, stando agli ultimi dati Aci, circolano 970.000 veicoli a metano che si riforniscono in una delle 1.163 stazioni (di cui 43 in autostrada) Cng/Lng. Numeri che – a fronte di un calo del 30% delle immatricolazioni registratosi nel 2016 e legato per lo più al minor costo del petrolio – segnano un trend positivo rispetto agli anni precedenti e che mostrano come la tecnologia a metano sia destinata a svilupparsi sempre di più. Una mano in questa direzione arriva proprio dagli investimenti che Mise e alcuni stakeholder della filiera del gas naturale sono pronti ad investire – è di ottobre 2016 la firma di un accordo tra Snam, Fca e Iveco – per l’ottimizzazione della rete. “Tutto questo porterà ad avere una mobilità sempre più ecologica - conclude Balboni - in cui l’alimentazione a Lng sarà perfetta per le lunghe percorrenze dei mezzi pesanti, il metano o gpl per gli spostamenti privati e commerciali extraurbani mentre l’elettrico puro sarà utilizzato in ambito urbano”. 
Al tema del metano come elemento strategico per il futuro dell’autotrasporto saranno dedicati ampi spazi alla prossima edizione di Autopromotec, che vedrà momenti di approfondimento specifico nell’arena di AutopromotecEDU ma anche importanti aree espositive dedicate alle ultime tecnologie del settore, che attireranno l’attenzione degli operatori del trasporto e dell’aftermarket.
 





Non perdere nessun articolo del Blog Autopromotec! Iscriviti alla newsletter!

Iscriviti

Potrebbe interessarti anche