23/05/2025

SERMI, nuovo balzello o opportunità da non perdere?

Massimo Condolo

La certificazione degli operatori per l’accesso alle informazioni dei sistemi antifurto è legge, e gli indipendenti che vogliono operare su immobilizer e chiavi codificate non possono più farne a meno
Si chiama SERMI, Security Repair and Maintenance Info, ed è la chiave di accesso che dallo scorso febbraio è obbligatoria per accedere ai sistemi antifurto dei veicoli, dagli immobilizer alle chiavi codificate. Le sue implicazioni vanno però oltre questi componenti, perché molte Case inseriscono informazioni di sicurezza volte a rendere impossibile il furto o la clonazione dei codici anche in altri centri nevralgici del veicolo, quali per esempio il cambio automatico.

La procedura per accedere alle centraline è simile a quella dello Spid: il riparatore sigla un contratto con un provider di servizi remoti, il quale di volta in volta gli fornisce una chiave d’accesso temporanea, che va eventualmente combinata con un codice Pin di cui solo l’autoriparatore è a conoscenza e che gli viene comunicato dalla Casa automobilistica in seguito a una richiesta dell’autoriparatore e al relativo pagamento. La procedura è gestita tramite un’app.

L’iter autorizzativo per operare sulla centralina ricorda quello della blockchain: senza il passo precedente, quello successivo non può essere attuato: l’operatore certificato chiede al fornitore di servizi remoti certificati l’autorizzazione e solo dopo il match di queste due informazioni è abilitato ad accedere ai dati. Senza la contemporaneità di questi fattori, le informazioni in centralina non possono essere lette o modificate. Il servizio può essere concesso solo a operatori che si sono certificati e che operano in un’officina a sua volta certificata. Un dipendente certificato (qualifica che raggiunge con un corso di formazione di 30 ore) che abbandona un’azienda per un’altra non porta quindi con sé la certificazione. Lo spirito con cui il Sermi è stato istituito prosegue quello della Block Exemption Rule (o “regolamento Monti” e mira a garantire una concorrenza equa fra le reti ufficiali e quelle indipendenti. Un’altra importante ricaduta è evitare l’accesso ad operatori che non sono riparatori (per l’accredito è necessario comunicare partita Iva, codice Ateco e altre informazioni specifiche dell’azienda) o autoriparatori disonesti: nella richiesta di accredito l’azienda si impegna a non modificare le caratteristiche di omologazione del veicolo (per esempio con la purtroppo diffusa rimozione di filtri antiparticolato e catalizzatori). 

Il regolamento europeo 2018/858 che ha introdotto il SERMI è relativo alla messa a disposizione delle informazioni tecniche relative ai dispositivi di sicurezza dei veicoli, che devono essere standardizzate e disponibili per tutti a un prezzo equo. In un futuro l’impiego del suo metodo potrebbe essere esteso anche alla riparazione e riscritture di altre centraline. A certificare i fornitori di servizi remoti sono i Cab (Conformity Assessment Body), attualmente quattro in Italia: Bureau Veritas, Dekra, Kiwa Italia e Rina. L’apertura alla libera concorrenza nella riparazione dei sistemi antifurto apre nuove opportunità per gli autoriparatori indipendenti; questa capacità potrebbe diventare di fatto essenziale per poter lavorare con le flotte.







Vai alla ricerca articoli

Non perdere nessun articolo del Blog Autopromotec! Iscriviti alla newsletter!

Iscriviti