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Maggio 2020

Coronavirus: Egea scrive alla Commissione europea per chiedere misure di sostegno per la filiera

Massimo Brunamonti

Nella lettera inviata a Thierry Breton, Commissario al mercato interno, e a Adina Vălean, Commissario ai trasporti, Egea chiede di discutere dell’impatto del Covid e della preparazione del post-emergenza
Il Coronavirus ha colpito duro in Europa e nessuno sa ancora quali saranno le conseguenze sia nel breve che nel medio-lungo periodo. All’emergenza sanitaria si è sovrapposta un’emergenza economico-finanziaria mai vista finora e a tutto questo si aggiungeranno, a detta di molti, cambiamenti sociali che introdurranno ulteriori incertezze in un futuro già molto nebuloso. Ma il settore del trasporto e della mobilità, anche se duramente colpito, ha dimostrato anche in questo frangente la sua importanza. Egea (l’Associazione europea delle attrezzature per autofficina), insieme ai colleghi dei ricambi e dei servizi, vuole far notare alla Commissione europea quanto il settore sia meritorio della massima attenzione. È questo il senso della lettera inviata a Thierry Breton, Commissario al mercato interno, e a Adina Vălean, Commissario ai trasporti, nella quale Egea richiede di discutere dell’impatto del Covid e della preparazione del post-emergenza, sottolineando la necessità di misure di sostegno per l’intera filiera.

La lettera evidenzia la centralità del settore nell’economia e nella società europea. La mobilità personale, la distribuzione delle merci, il trasporto pubblico fino ai servizi essenziali quali quelli sanitari e di ordine pubblico, ruotano intorno alla disponibilità dei beni e dei servizi per la post-vendita organizzati intorno a un sistema basato su una pluralità di aziende e imprese indipendenti, per lo più Pmi, che garantiscono una continuità di servizi e una capillare copertura geografica vitale per l’Europa. Stiamo parlando del comparto a cui è affidata la funzionalità ma anche la sicurezza e il rispetto dei limiti di emissioni di un parco di quasi 310 milioni di veicoli a quattro ruote. La stessa emergenza Covid-19 ne ha dimostrato la necessità in un momento in cui c’era da assicurare, in condizioni di emergenza, la fornitura di cibo, generi di prima necessità e servizi essenziali ai cittadini chiusi in casa in lockdown.
Ma le prime drammatiche conseguenze della pandemia si sono subito fatte sentire in tutto il settore: riduzione drammatica della domanda, calo della liquidità, pesanti dubbi sulla sostenibilità dell’attività e sulla capacità di mantenimento dei livelli di impiego necessari, con il rischio che a una crisi sanitaria faccia seguito una drammatica crisi economica e sociale. Quello che chiedono Egea e gli altri alla Commissione europea è un serio intervento a più livelli capace di evitare tutto questo. A livello economico c’è bisogno di un supporto efficace per combattere la mancanza di liquidità, soprattutto per le Pmi, che potrebbe comprometterne la funzionalità a breve-medio termine. A livello di più ampio respiro, oltre a piani di finanziamenti agevolati per lo sviluppo, c’è bisogno di un coordinamento a livello europeo che eviti il moltiplicarsi di iniziative locali che genererebbero inevitabili barriere trans-frontaliere con carichi burocratici e amministrativi e conseguente frantumazione dei mercati e fine della libera circolazione delle merci.

Ma per perseguire tutto questo c’è bisogno di una presa di coscienza della catena di valore del settore tale da permettere scelte politiche che guidino le iniziative necessarie. È prioritario che tutti gli attori si ritrovino in un summit politico nel quale tutte le istanze siano rappresentate per individuare le misure necessarie per lo sviluppo e la competitività del settore. Infine, ma non ultimo, bisogna pensare anche al futuro non immediato, specialmente in una situazione pregressa di grande cambiamento della mobilità in generale: digitalizzazione, mobilità futura e green economy sono tutti temi che, anche se appaiono oggi messi in ombra dall’emergenza virus, tuttavia persistono e sono destinati a condizionare il futuro. Importante adesso è non rinunciare agli ambiziosi piani già messi in atto dall’Europa dedicandovi le necessarie risorse finanziarie, tecniche e umane.
Con o senza il Covid c’è comunque un futuro che, una volta superata la crisi, si realizzerà, magari in tempi diversi, ma comunque in una direzione inevitabilmente ormai tracciata della quale sarebbe suicida ignorarne la dimensione e la portata.





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