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Ottobre 2019

Completata in Europa l’introduzione del test emissioni Rde

Massimo Brunamonti

Dal primo settembre 2019 è scattata la fase due della normativa europea Real driving emission di misurazione delle emissioni per i veicoli con motori a combustione
Il primo settembre 2019 è scattata la fase due della normativa europea Rde (Real driving emission) di misurazione delle emissioni per i veicoli con motori a combustione. La novità consiste nell’applicare il test Rde anche alle emissioni di NOx, in aggiunta al test del particolato e alle verifiche Wltp; si porta così al completamento l’applicazione dei nuovi test di emissione per tutte le auto di nuova omologazione. La prova Wltp (Worldwide harmonised light vehicle test procedure) infatti, entrata in vigore il primo settembre 2017, accerta le emissioni di CO2, degli inquinanti ed il consumo del veicolo; ma il test Wltp è comunque una prova di laboratorio, anche se più realistica e aggiornata rispetto al vecchio ciclo Nedc. L’Europa ha voluto completare la verifica delle emissioni rendendo obbligatori, prima al mondo, anche test condotti direttamente su strada, il test RDE appunto, per le emissioni di NOx e particolato.

Il test Rde si svolge attrezzando il veicolo con strumenti di misura delle emissioni installati a bordo. Il test prevede prove a diverse condizioni ambientali, di temperatura, altitudine, carico, velocità, condizioni della strada urbana e extraurbana, salita, discesa e quant’altro, intendendo così simulare le diverse condizioni di guida allo scopo di accertare che le emissioni del veicolo rientrano in ogni caso nei limiti previsti. RDE è lo standard più esigente al mondo implementato a oggi solo in Europa e che prevede già da adesso limiti decrescenti negli anni. Anche se i nuovi limiti di emissioni hanno richiesto importanti investimenti, la novità è vista positivamente da Acea (Associazione europea dei costruttori di auto) che saluta la sua entrata in vigore come un grande balzo in avanti nella valutazione delle emissioni grazie alla conferma su strada dei test di laboratorio. L'industria automobilistica è impegnata nell’adeguamento alle nuove più severe normative e i risultati si vedono: negli ultimi 15 anni, l'innovazione tecnologica ha progressivamente contribuito in maniera importante a ridurre i limiti di NOx e particolato. I nuovi sistemi anti-inquinamento sono altamente efficienti ed eliminano il 99,9% di particolato fine e le emissioni NOx sono in media fino all'84% in meno rispetto ai veicoli di 15 anni fa.

L’entrata in vigore del test Rde si va attuando secondo un calendario mirante a permettere l’adeguamento graduale della produzione. Già dal primo settembre 2018 tutti gli autoveicoli e furgoni leggeri sono sottoposti a prova Rde per il particolato. Dal primo settembre 2019 il test NOx si aggiunge per le medesime categorie e il test del particolato viene esteso anche ai veicoli pesanti. Dal primo settembre 2020 il test NOx si applicherà anche ai veicoli pesanti. A partire dal 2021, poi, entreranno in vigore limiti ancora più bassi.

Il problema della qualità dell’aria, soprattutto nei centri urbani, purtroppo però mostra miglioramenti ancora troppo lenti soprattutto a causa di due fattori. Il primo è l’età media del parco circolante, intorno a 11 anni nell’intera UE. Il secondo, forse anche più impattivo, è la manutenzione dei veicoli. Per quanto riguarda l’NOx infatti, un ruolo chiave nel rispetto dei limiti di emissioni è l’uso costante dell’urea (più nota col il nome commerciale di AdBlue) che, iniettata durante la combustione, attiva la reazione chimica di riduzione degli NOx. L’AdBlue purtroppo costa e alcuni non si fanno scrupoli a manomettere le centraline evitando così il rabbocco dell’urea. Il secondo fattore negativo è la non sostituzione del Fap (filtro anti particolato) a fine vita, cosa anche questa che, se da un lato fa risparmiare, dall’altro vanifica la tanto auspicata riduzione del particolato per la quale tanto si è lavorato. Purtroppo a oggi entrambi gli abusi sono molto difficilmente rilevabili e perseguibili; le revisioni periodiche non includono verifiche in tal senso in nessun paese della Ue, nonostante la Commissione Europea abbia più volte lanciato l’allarme. Un passo avanti si sta facendo in alcuni paesi europei (Olanda, Belgio e Germania) dove si sta pianificando, anche se con una certa fatica, l’introduzione di test del particolato a partire dal 2021. Ci auguriamo che questi passi in avanti vengano confermati e allargati presto a tutta la Ue.



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