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Febbraio 2023

La decarbonizzazione dei mezzi pesanti passa attraverso l’idrogeno?

Francesca Del Bello

L’annuncio di una joint venture fra Air Liquide e TotalEnergies per lo sviluppo di una rete di stazioni di idrogeno per mezzi pesanti nell’Europa continentale apre a nuovi, possibili scenari
Si fa presto a dire “elettrico”. Con le direttive emanate dall’UE in materia di emissioni, il dibattito attorno ai veicoli ad alimentazione alternativa si fa sempre più affollato di voci. Il bando ai motori endotermici per le auto di nuova immatricolazione a partire dal 2035 impone ai costruttori di trovare soluzioni tecnologicamente avanzate e sostenibili non solo per l’ambiente, ma anche per la collettività. Il cerchio si stringe sempre di più attorno alle auto elettriche a batteria (BEV – Battery Electric Vehicle), già in circolazione da anni anche se ancora lontane dal rappresentare una quota di mercato significativa, che destano però ancora qualche perplessità. Le principali sono legate all’autonomia del veicolo e alla gestione della ricarica del mezzo: i tempi di ricarica restano piuttosto lunghi (soprattutto se comparati ai normali tempi di rifornimento per i veicoli a motore “tradizionale”) e le colonnine non sono ancora distribuite in maniera sufficientemente estesa. Quest’ultimo tema, poi, si fa ancora più significativo quando si parla di mezzi pesanti. Perché, se da una parte è vero che la direttiva europea emanata lo scorso anno è riferita solo alle auto e ai veicoli commerciali leggeri, è altrettanto vero che, presto o tardi, il nodo delle emissioni dei veicoli pesanti verrà al pettine. Alcune aziende hanno già messo sul mercato camion elettrici, che però necessitano di infrastrutture di ricarica di gran lunga più potenti rispetto a quelle utilizzate per i veicoli leggeri e, ancora, molto più diffuse di quanto lo siano oggi.

Secondo alcuni, una possibile alternativa per garantire una progressiva diminuzione delle emissioni anche da parte del trasporto pesante potrebbe essere rappresentata dall’alimentazione ad idrogeno. I veicoli ad idrogeno “fuel cell” (quelli ad oggi più diffusi) sono, di fatto, veicoli elettrici dotati di un motore che converte l’energia chimica prodotta dall’idrogeno in energia meccanica, creando una reazione fra idrogeno e ossigeno attraverso una cella a combustibile: in questo modo, si genera elettricità senza combustione termica, azzerando le emissioni. E il rifornimento? Funziona allo stesso modo di quello dei veicoli a diesel o benzina. Il problema è, ancora una volta, la presenza dei distributori sul territorio. Su questo si è pronunciata anche l’Unione Europea che, all’interno della normativa AFIR dell’ottobre 2022, ha incluso l’obiettivo di installare sulle strade dell’UE, entro il 2027, una stazione di rifornimento di idrogeno ogni 100 km.

In questo quadro si inserisce il recente annuncio congiunto fatto da Air Liquide, società che gestisce la fornitura di gas, tecnologia e servizi per l’industria e la sanità, e Total Energies, multi energy company globale che produce e fornisce energia: a inizio febbraio, infatti, le società hanno annunciato l’intesa raggiunta per la creazione di una joint venture per lo sviluppo di una rete di stazioni ad idrogeno e destinata proprio ai veicoli pesanti e collocata sui principali corridoi stradali europei, da sviluppare, per ora, fra Francia, Germania e area del Benelux. Dalle due società, sono convinti che l’idrogeno possa offrire chiari vantaggi per la mobilità pesante: Matthieu Giard, Vice Presidente e membro del comitato esecutivo del Gruppo Air Liquide, sottolinea però che, per beneficiarne, è fondamentale accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di rifornimento, offrendo così ai costruttori di veicoli e agli operatori del trasporto una fitta rete di stazioni. Dello stesso parere il presidente Marketing & Services di TotalEnergies, Thierry Pflimlin: anche lui pone l’accento sull’importanza di iniziare fin da subito a costruire una rete di rifornimento per i mezzi pesanti.
Ciò che è certo è che la strada verso la decarbonizzazione dei mezzi pesanti è molto lunga e necessita ancora di approfondite riflessioni, prima di poter sviluppare una strategia solida: lo sviluppo della tecnologia – o meglio, delle tecnologie – dei mezzi deve però muoversi di pari passo con uno sviluppo adeguato dell’infrastruttura, in modo da rendere possibile, davvero, una piccola rivoluzione. Perché anche il processo di decarbonizzazione deve essere sostenibile.





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