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Giugno 2017

La libertà dei dati

di Simonluca Pini

Ad Autopromotec si è parlato di telematica, controllo dei veicoli e flusso dei dati in occasione del convegno “Informazioni veicoli: accesso negato?!” Le associazioni di settore hanno fatto il punto sull’importanza del mantenimento dell’accesso diretto ai dati diagnostici del veicolo e sui rischi che corre l’intero settore.
 
La telematica aprirà nuove frontiere nel mondo della riparazione. L’autofficina sarà in grado di conoscere in anticipo le esigenze dell’automobilista, potendo ordinare i componenti necessari prima ancora di avere l’auto sul ponte. Se da una parte si avrà una maggiore fidelizzazione del cliente e una serie di interventi programmati, dall’altra si aprono a scenari preoccupanti per il mondo dell’autoriparazione indipendente. Con l’obiettivo di aver accesso al maggior numero di dati, i costruttori automobilistici hanno progettato i servizi di manutenzione predittiva in maniera “limitante” per il mercato indipendente. Questa vorrà dire maggiori difficoltà non solo per la diagnosi e le manutenzioni ordinarie e straordinarie, ma anche per i ricambi e per tutti gli altri servizi legati all’aftermarket.
Il convegno “Informazioni veicoli: accesso negato?!”, organizzato in occasione di Autopromotec e moderato da direttore Giuseppe Polari, direttore del Giornale dell’Aftermarket, ha riunito sul palco le associazioni di settore nelle figure di Alessandro Angelone (Presidente Nazionale Confartigianato Autoriparatori), Bruno Beccari (Presidente ADIRA, Associazione Distributori Indipendenti di Ricambi), Elvis Colla (Presidente WG2- EGEA, Associazione Europea Attrezzature per Officina) e Franco Mingozzi (Presidente CNA Autoriparatori). Vista l’importanza dell’argomento, non è mancato l’intervento di Renzo Servadei (Segretario
AICA e Amministratore Delegato di Promotec) che ha ricordato come il libero accesso ai dati sia fondamentale per tutto il settore dell’aftermarket.
 
Sistema chiuso o aperto
I numeri parlano chiaro: grazie all’accesso diretto ai dati del veicolo, più di 500.000 officine in Europa e oltre 3.5 milioni di lavoratori riescono ad offrire riparazioni sicure e al corretto prezzo di mercato. Oggi la legislazione (attraverso la BER, il quadro normativo sulle omologazioni e la normativa Euro 5/6 su OBD, diagnostica e RMI) assicura la possibilità agli operatori indipendenti di poter accedere alle informazioni di riparazione e manutenzione dei veicoli direttamente dagli stessi. Con l’avanzamento della connettività, per via telematica, il legislatore con il regolamento 2015/758/EU ha comunicato le sue indicazioni, ovvero quello di avere una “piattaforma interoperabile, standardizzata, sicura, aperta e ad accesso libero per eventuali future applicazioni o servizi a bordo del veicolo. Da parte dei costruttori però la strada che si vuole percorrere va verso una soluzione del tipo Extended Vehicle, cioè che i dati del veicolo verrebbero messi a disposizione delle realtà indipendenti attraverso i server degli stessi produttori automobilistici. Questa proposta presenta delle notevoli criticità per l’aftermarket quali ad esempio: il ritardo nei tempi di accesso ai dati rispetto alla rete autorizzata, l’incertezza nei costi di accesso e di gestione, la limitazione nella possibilità del “contraddittorio” rispetto a quanto mostrato dai costruttori, la restrizione della concorrenza e dell’innovazione nell’aftermarket e altro ancora.
 
A rischio molti posti di lavoro
All’atto pratico vorrebbe dire una lunga serie di svantaggi per il settore Aftermarket che, come evidenziato da Elvis Colla, renderebbe il mercato non competitivo per gli operatori indipendenti e potrebbe causare una perdita potenziale di moltissimi posti di lavoro. L’alternativa alla soluzione dei costruttori, per garantire libertà agli operatori e ai clienti, si chiama Open Telematic Platform (OTP). Seguendo quanto richiesto dal legislatore, la soluzione OTP garantirebbe un accesso diretto e libero ai dati del veicolo in tempo reale, metterebbe gli autorizzati e gli indipendenti sullo stesso livello e sarebbe facilmente standardizzabile.
Anche questa soluzione però non può sostituire l’attuale modalità di accesso diretto ai dati tramite la porta OBD che in questi ultimi 25 anni ha adeguatamente supportato l’intera filiera dell’aftermarket indipendente.
 
L’accesso OBD è quindi irrinunciabile
Un altro aspetto fondamentale affrontato durante il convegno riguarda la possibilità che i costruttori infatti possano limitare l’accesso ai dati diagnostici oggi liberamente disponibili tramite la presa OBD. Anche in questo caso la “partita” si svolgerà sul piano normativo, con il completamento della revisione delle norme relative all’omologazione del veicolo. L’obiettivo è quello di avere una maggiore chiarezza e consistenza legislativa che assicuri il mantenimento del connettore fisico OBD e la possibilità di continuare ad accedere tramite lo stesso a tutte le informazioni di riparazione sia a veicolo fermo che in movimento. Già oggi sono infatti disponibili delle soluzioni aftermarket professionali che, in piena sicurezza, permettono anche la diagnosi da remoto del veicolo.
 
L’importanza di fare squadra
Come sottolineato da Bruno Beccari, in Italia rispetto ad altri paesi si nota una maggiore difficoltà a fare sistema e un maggior ritardo soprattutto sul fronte della telematica.
Questo si traduce in una complessità nell’esprimere un unico pensiero contro l’operato dei costruttori automobilistici, nonostante la legislazione sia abbastanza chiara in materia. Il Presidente di CNA Autoriparatori Franco Mingozzi ha ricordato alla platea l’importanza di “fare cartello, diventare una lobby potente per contrastare questo problema. Altrimenti le realtà indipendenti rischiano di sparire”. Anche Alessandro Angelone ha espresso le esigenze della categoria che rappresenta, chiedendo il diritto alla riparazione da parte degli artigiani indipendenti. “Ad oggi – ha ricordato il Presidente di CNA – al meccatronico molti accessi sono già negati. A Bruxelles partecipiamo ad un tavolo tecnico dove si sta parlando di informatizzazione delle strade, per condividere le informazioni trasmesse dalle auto”.





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