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Febbraio 2017

Nuova Sabatini, bonus aggiuntivo alle imprese che investono in innovazione

di Matteo Prioschi, giornalista de Il Sole 24 Ore

Un contributo maggiorato del 30% per chi impiega risorse economiche destinate al miglioramento di determinati beni strumentali del sistema produttivo. Intanto dal 2 gennaio ha riaperto lo sportello per la presentazione delle domande con richieste pari a 1,7 milioni di euro
 
A fronte del successo registrato negli scorsi anni, l’agevolazione sugli investimenti “Nuova Sabatini” o “Sabatini-ter” è stata rifinanziata e prorogata a tutto il 2018. Ancora per due anni, quindi, le aziende che acquistano beni strumentali tramite finanziamento potranno contare su un contributo a fondo perduto a copertura degli interessi.
 
L’agevolazione, istituita con il decreto legge 69 del 2013, prevede la partecipazione di tre soggetti oltre all’impresa: la Cassa depositi e prestiti, presso cui è stata costituita una provvista da utilizzare per il finanziamento, gli istituti di credito aderenti alla convenzione specifica sottoscritta dall’Associazione bancaria italiana, il Ministero dello Sviluppo economico. A fronte della richiesta di finanziamento per l’acquisto di beni strumentali (sia tramite canale bancario che con leasing), il ministero, su richiesta dell’impresa interessata, eroga alla stessa un contributo pari all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento convenzionale con rate semestrali, al tasso del 2,75% annuo per cinque anni. Questo significa, per fare qualche esempio, che a fronte di un finanziamento dell’importo di 130.000 euro, si ottiene un aiuto di 10.032,57 euro; se l’investimento è di 500.000 euro, si sale a 38.586,83 euro; con un impegno di 800.000 euro, si arriva a 61.738,92 euro. Il contributo ministeriale viene riconosciuto per finanziamenti di importo compreso tra 20mila e 2 milioni di euro.
 
Da quest’anno, inoltre, a fronte di investimenti di determinato tipo, il contributo è maggiorato del 30 per cento. Questo bonus viene riconosciuto per le operazioni che puntano a migliorare l’innovazione del sistema produttivo (programma Industria 4.0) e devono quindi riguardare la robotica avanzata e la meccatronica, la realtà aumentata, la banda ultralarga, il cloud computing, la cybersecurity, la manifattura 4D, tecnologia Rfid (radio frequency identification), nonché per sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.
 
Tra il 2014 e il 2016 l’incentivo ha riscosso notevole successo tra gli imprenditori, tanto che le risorse messe a disposizione sono state esaurite prima del previsto. Lo sportello per le domande, infatti, è stato chiuso all’inizio di settembre 2016, invece che a dicembre. In questo arco di tempo sono state presentate 19.701 domande, pari a un contributo di 387,5 milioni di euro erogato dal Ministero dello Sviluppo economico a cui corrispondono investimenti per oltre 5 miliardi di euro, con un valore medio unitario di 256.086 euro. Consistente la partecipazione delle micro e piccole imprese, dato che hanno presentato rispettivamente 5.484 e 9.382 domande, per un controvalore medio dell’investimento pari a 130.068 e 237.235 euro. Quanto ai settori, prevale nettamente la manifattura, seguita da trasporto e magazzinaggio.
 
A fronte del rifinanziamento di questo strumento, dal 2 gennaio lo sportello per la presentazione delle domande è stato riaperto. Il fondo per l’erogazione del contributo è stato rimpolpato con 560 milioni di euro spalmati dal 2017 al 2023. Si tratta di un aumento non indifferente, tenuto conto che la Sabatini era partita con una dotazione di 191,5 milioni di euro, poi portato a 383,86 milioni. In pratica il plafond disponibile per quest’anno e il prossimo è pari a circa 1,5 volte quello utilizzato da aprile 2014 alla fine del 2016. Contemporaneamente è stato incrementato di 7 miliardi di euro il plafond costituito presso la Cassa depositi e prestiti.
 
Per valutare la convenienza della misura si deve considerare anche che il tasso di interesse riconosciuto dal Ministero dello sviluppo economico può essere più alto di quello effettivamente praticato dalla banca. Secondo i dati più recenti diffusi dalla Banca d’Italia, infatti, a fine 2016 il tasso di interesse medio per i finanziamenti di durata tra 1 e 5 anni alle società non finanziarie, per importi fino a 1 milione di euro, era del 2,06 per cento. A fronte del fatto che il contributo viene calcolato sempre al 2,75%, in media si “guadagna” lo 0,69 per cento. Certo, poi nel singolo caso può accadere che il tasso effettivo praticato dall’istituto di credito sia più alto del 2,06 e quindi la convenienza si riduca, ma potrebbe anche essere più basso, dato che il valore medio complessivo degli interessi erogati alle imprese, sempre secondo la Banca d’Italia, è dell’1,56 per cento.
 
Nel primo mese di riapertura dello sportello, le domande sono state però un po’ sottotono rispetto al passato e pari a 1,7 milioni di euro di contributi richiesti (incluso il recupero di alcune pratiche rimaste “in sospeso” a seguito della chiusura anticipata dello sportello nel 2016). Tanto per avere un’idea, nell’agosto dell’anno scorso si è toccato il picco con 47,6 milioni.
 
Tuttavia sul trend può aver influito anche il fatto che solo a metà febbraio sono state fornite le indicazioni operative necessarie per gli investimenti in industria 4.0 che possono beneficiare del 30% extra di agevolazione, rendendo ancora più conveniente l’operazione, perché il tasso riconosciuto è del 3,575% invece del 2,75 per cento. Queste domande potranno essere presentate a partire dal 1° marzo. Tutte le informazioni necessarie sono reperibili sul sito internet del ministero dello Sviluppo economico (http://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/beni-strumentali-nuova-sabatini)
 
Peraltro vale la pena sottolineare che la Sabatini può essere abbinata alla normativa sul super e iperammortamento, consentendo così di sommare i vantaggi e rendere ancora più conveniente l’investimento.

 





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