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Ottobre 2018

Restomod, look “rétro” e componentistica innovativa: così rinascono le auto storiche

Giuseppe Polari

Il mercato dell'upgrade tecnologico delle vetture d’epoca richiede che le officine abbiano professionisti dotati di competenze storiche e tecniche elevate per riuscire a modificare, restaurare o “restomodizzare” questi veicoli.
Può essere la moda del momento e forse lo è sempre stata, ma se parliamo di trasformazione “nascosta” di un prodotto su quattro ruote ci riferiamo al restomod, lontano parente del restauro. Alla base del restomod, infatti, c’è la volontà di coniugare il look da auto d’epoca con un comportamento su strada da vettura sportiva moderna. Il modello di auto sul quale si mette le mani diventa un contenitore all’interno del quale ci sarà un potente motore insieme a tutta una serie di aggiornamenti su sospensioni, sistema frenante etc. E sì perché il telaio deve rimanere quello originale, dovendo, infatti, salvare le modifiche alla carrozzeria. Perché “personalizzare” a proprio piacimento una “vecchia” vettura? Possiamo dire che è il fascino del retrò. Il quale ti prende e ti vuole fare rivivere i fasti del periodo dei “figli dei fiori”. Tecnicamente, però, tutti siamo d’accordo che una sportiva degli anni Sessanta o Settanta rischia di non poter competere di fronte a una qualsiasi vettura moderna nemmeno troppo performante. E allora si parte con le modifiche quasi esclusivamente legate alle parti meccaniche, elettronica e informatica. Tutte le componenti aggiunte, infatti, hanno le qualità e le prestazioni dei materiali più performanti che devono dialogare tra loro portando quel valore aggiunto permesso dalla tecnologia. Al trapianto del propulsore più potente, quindi, ecco fare incetta di ricambi di ultima generazione in termini di sistemi frenanti in ceramica, sospensioni regolabili elettronicamente, illuminazione a led e molto altro. Ricordiamo che queste attività non sono ammesse dal nostro codice della strada, e non sempre aiutano a valorizzare il valore della macchina.

Possiamo affermare che un’auto storica elaborata secondo i principi del restomod sarà certamente più performante dei suoi primi anni, ma di originale conserverà solo la sua linea e qualche altro elemento. È anche vero che da sempre tre automobilisti su quattro, quando devono acquistare una vettura, vengono “affascinanti” dal suo aspetto estetico, dalle sue linee, dalla sua livrea. Al secondo posto troviamo le prestazioni, il comfort e i consumi. Sono molte le aziende che si sono avvicinate a questo mercato che rimane affascinate per le mille opportunità che offre e per le persone che coinvolge. In quest’ultimo caso siamo tra quelle amanti del restauro puro delle auto storiche e quelli che vogliono solo riuscire a rendere una vettura di qualche decennio più performante di una super sportiva dal 500 cavalli. Quali potrebbero essere i modelli più ambiti, quelli più richiesti? Ce ne sono tantissimi a partire dalla famiglia Alfa Romeo, senza dimenticare i modelli Bmw, Chevrolet, Mercedes, Jaguar e Porsche. Per quest’ultima, per esempio, le versioni 911 permettono anche un certo gioco di scambio tra le parti come le cromature, i cerchi, lo spoiler i fari. Alla base di tutto, credo, ci debba essere la passione mixata alla competenza storica e tecnica per quello che si fa; modificare, restaurare o “restomodizzare” una vettura d’epoca richiede una certa responsabilità. E non è solo il codice della strada a richiederlo!



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