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Marzo 2017

L’esperienza automotive va al di là dei cinque sensi

di Nicoletta Ferrini

Realtà aumentata e realtà virtuale stanno trovando sempre più spesso applicazione nel settore automotive. Dopo le prime esperienze in ambito pubblicitario e promozionale, ora il mondo dell’auto scopre nuove possibili applicazioni per rendere più efficienti ed emozionanti le fasi di progettazione, ma anche le attività di vendita ed assistenza.

 
Si dice che la realtà spesso superi la fantasia. Tra le più recenti e innovative tecnologie di questi anni, realtà aumentata (in inglese “augmented reality”, abbreviato “AR”) e virtuale (“virtual reality” o “VR”) sono quelle che più di tutte riescono a dare forma all’immaginazione più audace. Caratteristica della tecnologia VR è quella di simulare una realtà alternativa e distaccata dal qui e ora, all’interno della quale l’individuo può immergersi e anche interagire grazie a periferiche specifiche come Oculus Rift (occhiali visore), wired gloves (guanti), cybertuta e molto altro. La realtà aumentata, invece, amplifica la nostra capacità sensoriale con informazioni normalmente non percepibili con i cinque sensi. Il tutto avviene grazie all’utilizzo di app e attraverso dispositivi mobile (smartphone o tablet), wearable (Google Glass, Samsung Gear ecc.) oppure semplicemente tramite un display, che può anche essere il cruscotto dell’automobile.
Contribuendo a rendere sempre più sottili i confini tra esperienza reale e digitale, AR e VR attirano un crescente numero di consumatori. Dopo aver spopolato nel settore dei videogame e in generale dell’intrattenimento, realtà aumentata e realtà virtuale stanno ora entrando prepotentemente anche in altri settori, tra cui quello dell’automobile.
Nel mondo automotive una piccola grande rivoluzione è in effetti già in atto: alcuni grandi marchi hanno da tempo iniziato a sperimentare diverse possibili applicazioni. Da Audi a Mini, da Nissan a Toyota, passando per Volkswagen e molti altri non sono pochi i costruttori che hanno realizzato annunci pubblicitari capaci, grazie a una webcam e a un codice grafico, di “animarsi” sullo schermo di un Pc oppure di un tablet. L’utilizzo di AR e VR ha inoltre permesso di realizzare veri e propri “showroom digitali”, all’interno dei quali la visita diventa ancor più coinvolgente, completa e anche emozionante. Negli autosaloni Audi City, per esempio, l’utilizzo di specifiche piattaforme consente al cliente di visualizzare in tempo reale qualsiasi tipo di variante per ciascuno dei modelli della Casa tedesca, andando quindi ben al di là di quanto potrebbe essere fisicamente esposto in un tradizionale salone. In direzione analoga si sta muovendo anche Fiat Chrysler Automobiles (FCA): al Mobile World Congress di Barcellona dello scorso anno il costruttore italo-statunitense ha presentato un prototipo di applicazione per la vendita di automobili - progettato e realizzato da Accenture Digital utilizzando il kit di sviluppo software Project Tango di Google - che permette di visionare e interagire con una versione virtuale a grandezza naturale della vettura selezionata. Nelle fasi di progettazione, realtà aumentata e virtuale permettono poi ai costruttori di realizzare e valutare innumerevoli varianti dei propri modelli con tempi e costi piuttosto contenuti: Volkswagen impiega già oggi l’augmented reality per applicare modelli di progettazione a veicoli già esistenti e realizzare così, praticamente in tempo reale, analisi molto precise dei componenti impiegati.
Alcune delle più interessanti possibili applicazioni di AR e VR in ambito automotive riguardano tuttavia l’aftermarket. In un futuro non troppo ipotetico e neppure molto lontano, realtà aumentata e realtà virtuale aiuteranno costruttori, autoriparatori e specialisti del settore a offrire un servizio di assistenza più avanzato, tempestivo e anche in remoto. BMW sta sperimentando l’utilizzo di soluzioni di augmented reality per l’attività di manutenzione. Grazie all’utilizzo di dispostivi head-display, i tecnici della Casa bavarese ottengono, durante l’intervento, proiezioni in tempo reale che li aiutano a procedere più rapidamente, come per esempio la corretta successione delle operazioni, gli attrezzi più adatti in ciascun passaggio e così via. Partendo da questo tipo di soluzione, sono molti i nuovi scenari applicativi ipotizzabili: l’utilizzo combinato di realtà aumentata e virtuale potrebbe consentire alla Casa costruttrice di fornire al proprio autoriparatore non solo assistenza durante l’intervento, ma una vera e propria formazione “on job”, in remoto e “on demand”. Non solo. Questo nuovo approccio potrebbe arrivare a coinvolgere direttamente l’utente finale. Che quest’ultimo da soggetto spettatore possa presto diventare parte attiva di un processo che sempre più spesso sarà completato al di fuori della tradizionale officina, è ormai opinione di molti. Tra questi c’è senz’altro Hyundai. Il costruttore sudcoreano ha infatti sviluppato un’app, che consente ai clienti di conoscere meglio le proprie automobili e anche di imparare a eseguire autonomamente la manutenzione di base.
Realtà aumentata e realtà virtuale stanno dunque già trasformando alcune delle dinamiche più “classiche” del settore, creando nuove opportunità. Il timore di alcuni è che questo tipo di tecnologie possano finire anche con il mandare al tappeto alcuni dei professionisti del settore, tra cui anche gli autoriparatori. Come ogni rivoluzione, anche questa potrebbe innescare un processo di selezione. Come in ogni rivoluzione a rimanere in piedi saranno coloro che avranno saputo interpretare il cambiamento, cavalcando l’onda senza esserne travolti.
 





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