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Aprile 2023

Per affrontare la transizione ecologica del comparto automotive servono politiche industriali strutturate

Francesca Del Bello

Così Federmeccanica e i sindacati di categoria. Lo studio dell’Osservatorio Automotive su cinque mercati chiave europei evidenzia gli interventi governativi già messi in atto all’estero. Ora tocca all’Italia agire
Era il febbraio 2022 quando, per la prima volta, Federmeccanica e FIM-CISL, FIOM CGIL, UILM-UIL – le tre sigle sindacali che rappresentano i lavoratori del settore metalmeccanico e meccatronico - hanno espresso una posizione comune su condizioni e prospettive del comparto dell’industria automotive: quel primo documento, intitolato “Industria Automotive: un patrimonio italiano di fronte alle transizioni”,  rappresenta il frutto del lavoro svolto dall’Osservatorio Automotive, un comitato appositamente costituito dalle Parti Sociali rappresentanti il settore. Si tratta di una presa di posizione condivisa senza precedenti alla luce degli attori coinvolti, imprese e sindacati, le cui basi vanno ricercate soprattutto in una comune preoccupazione rispetto alle peculiarità che espongono la filiera italiana dell’automotive agli impatti delle trasformazioni del settore, con il rischio di produrre effetti non secondari sull’occupazione. Da quel momento, la situazione geopolitica internazionale ha conservato i suoi contorni instabili, con un mercato auto ancora sotto pressione, mentre prosegue il percorso legislativo europeo per limitare la vendita ai soli veicoli a zero emissioni a partire dal 2035 – un tema che tocca da vicino l’Italia per il suo tradizionale focus industriale sul motore endotermico. L’industria automotive italiana ha grandi potenzialità di innovazione, rilevano le Parti Sociali, ma occorre mettere in atto una solida politica nazionale di supporto per favorire un’attuazione coordinata degli investimenti. Di più: le iniziative da adottare devono essere sì adeguate al contesto italiano, ma al contempo significative a livello internazionale. Per fare questo è necessario rivolgere lo sguardo a ciò che accade nel continente europeo (e oltre).

Si inserisce su queste premesse il nuovo studio condotto da Federmeccanica, FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM-UIL attraverso l’Osservatorio Automotive, con il contributo di ANFIA per il comparto italiano, dove vengono comparate le politiche industriali di Francia, Germania, Polonia, Spagna e Turchia – le principali economie europee del settore, e presentato il 29 marzo scorso a Roma presso la sala del Parlamentino del CNEL. Lo studio analizza ciascun mercato muovendosi lungo quattro direttrici: consistenza e dinamica del comparto; politiche della domanda, fra incentivi al mercato e politiche di infrastrutturazione; politiche di supporto alle trasformazioni della filiera; strutture di governance del sistema automotive.
Sono di particolare interesse le evidenze dello studio sulle politiche a sostegno dell’evoluzione in una prospettiva di transizione ecologica e digitale. A questo proposito non si può fare a meno di notare come Francia, Germania e Spagna intervengano da tempo e attivamente in supporto della trasformazione dell’industria automobilistica, attraverso una serie di misure che – in linea generale - vanno dal sostegno per le produzioni di componenti chiave per la transizione ecologica, al finanziamento per la riqualificazione delle competenze e dei lavoratori del settore auto. Dall’altro lato, si evidenzia come le economie di Polonia e Turchia lavorano più in un’ottica di rafforzamento della struttura produttiva.

Uno studio di respiro internazionale utile quindi non solo per fare una ricognizione sui mercati vicini ma anche, forse soprattutto, per evidenziare l’urgenza di un intervento strutturato da parte delle istituzioni nazionali. “Oggi portiamo qui un documento pieno di concretezza, per il quale abbiamo lavorato con impegno” dichiara il Presidente di Federmeccanica Federico Visentin, manifestando inoltre la propria preoccupazione per le imprese e per i posti di lavoro del settore.
Quali richieste dunque dalle Parti Sociali?  “Innescare vere politiche industriali per favorire la crescita veloce delle imprese”, afferma ancora Visentin, sintetizzando una posizione comune.

La risposta arriva direttamente dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, a cui sono state affidate le conclusioni della giornata dedicata alla presentazione dello studio, che promette una serie di attività legislative per realizzare una vera e autentica politica industriale che faccia sopravvivere il settore automotive: “noi su questa strada ci siamo”, ha affermato il Ministro, per realizzare una rivoluzione senza che questa abbia un impatto sociale insostenibile sul lavoro e sui cittadini.

Questi saranno fra i temi oggetto di approfondimento durante Futurmotive – Expo & Talks, la rassegna internazionale sul futuro della mobilità, la transizione energetica ed ecologica e le innovazioni nel settore automotive, in programma dal 16 al 18 novembre prossimi presso il Quartiere Fieristico di Bologna.





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