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Aprile 2019

Decreto crescita, cosa prevede il testo approvato dal Governo

Matteo Prioschi, giornalista de Il Sole 24 Ore

Ripristino del superammortamento, aiuti per la capitalizzazione e incremento della deducibilità Imu: ecco alcune misure in favore del settore produttivo
Ritorno del superammortamento, aiuti per la capitalizzazione e l’aggregazione delle imprese, incremento della deducibilità dell’Imu sono alcune delle misure in favore del settore produttivo che dovrebbero vedere la luce con il decreto legge “crescita” annunciato dal Governo a inizio aprile, poi approvato dal Consiglio dei ministri il giorno 23 dello stesso mese e ora destinato alla conversione in legge dopo l’esame del Parlamento. Il testo non definitivo consente di delineare un quadro delle misure che l’esecutivo utilizzerà quest’anno e i successivi per supportare le imprese sul fronte degli investimenti, dell’incremento delle dimensioni e per la ricerca e sviluppo.
 
Investimenti
Per quanto riguarda i beni strumentali si prevede il ripristino del superammortamento, finora non prorogato per il 2019 e quindi conclusosi con le operazioni relative al 2018. Si tratta della maggiorazione del 30%, ai fini delle imposte sui redditi, del valore degli investimenti in beni nuovi tranne i mezzi di trasporto effettuati entro il 2019. La formula, però, è uguale a quella del recente passato, con la possibilità di ricorrere al superammortamento anche per le operazioni che si concluderanno entro il 30 giugno 2020 purché entro la fine di quest’anno l’ordine sia accettato dal venditore e sia stato versato un acconto di almeno il 20%. A differenza di quanto avveniva fino all’anno scorso, l’agevolazione si applica solo fino a un valore complessivo di 2,5 milioni di euro e la parte eccedente tale importo non gode della maggiorazione. Aggiornamento per la “nuova Sabatini”, cioè il finanziamento agevolato degli investimenti in beni strumentali effettuati dalle micro, piccole e medie imprese. I fondi, esauriti prima della fine del 2018, sono stati rifinanziati e da febbraio è possibile presentare di nuovo le domande. In base al decreto crescita dovrebbe essere introdotta l’erogazione in una unica soluzione, invece che in quote annuali, per gli importi fino a 100mila euro, in modo da rendere più veloci le operazioni e favorire i flussi di cassa delle aziende. I finanziamenti fino a 100mila euro finora hanno rappresentato il 10% del totale. Inoltre, viene incrementato da 2 a 4 milioni di euro il valore massimo del finanziamento concedibile a ogni impresa. Potranno beneficiare del plafond più elevato anche le imprese che oggi sono già arrivate ai 2 milioni di euro e non solo quelle che presentano nuove domande.
 
Rafforzamento Societario
Utilizzando la formula della nuova Sabatini viene previsto un contributo per favorire la capitalizzazione delle imprese. A fronte di un programma di investimento tramite finanziamento, ci sarà la possibilità di accedere a un contributo calcolato su interessi più alti rispetto a quelli di mercato in modo da utilizzare le somme eccedenti per incrementare la capitalizzazione. La norma dovrebbe comportare l’impegno dei soci dell’impresa a sottoscrivere un aumento di capitale da versare in più quote in corrispondenza delle scadenze del piano di ammortamento del finanziamento. Sempre per favorire il rafforzamento delle aziende sarà rivista e semplificata la “mini Ires” attualmente pari al 15% e regolata dalla legge di bilancio 2019. Dal 2022 (o più precisamente dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2021) l’aliquota dell’imposta sul reddito delle società scenderà al 20,5% a fronte del reimpiego degli utili dell’impresa a prescindere dalla destinazione degli stessi all’interno dell’azienda. Viene inoltre previsto uno “scivolo” per cui l’aliquota cala progressivamente dal 22,5% di quest’anno, al 21,5% del 2020, e poi al 21% nel 2021.
 
Viene introdotta anche un’agevolazione per le aziende che si aggregano, consistente in una deroga al principio di neutralità fiscale delle operazioni straordinarie, tramite il riconoscimento fiscale gratuito del maggiore valore attribuito all’avviamento nonché ai beni strumentali materiali e immateriali per effetto dell’imputazione su tali poste di bilancio del disavanzo da concambio che emerge nelle operazioni di aggregazione. Potranno avere accesso a questa opzione le aziende operative da almeno due anni e non facenti parte dello stesso gruppo societario e per un valore complessivo non superiore a 5 milioni di euro. Non è finalizzata invece al rafforzamento dell’impresa ma consente comunque risparmi, l’incremento della deducibilità dell’Imu (imposta municipale unica) per gli immobili strumentali dal reddito di impresa e lavoro autonomo. Dal 40% attualmente previsto si dovrebbe passare al 50% già per quest’anno e quindi al 60% i due anni successivi, per poi attestarsi al 70%. La deducibilità comporta risparmi su Ires e Irpef, addizionali regionali e comunali (complessivamente stimati in circa 250 milioni di euro all’anno a regime). Viene inoltre modificato il decreto legislativo 185 del 2000 relativo ai mutui agevolati a sostegno della costituzione di imprese con compagine societaria composta per oltre metà numerica dei soci e di quote di partecipazione da donne o da persone di età compresa tra 18 e 35 anni. L’accesso viene esteso alle aziende esistenti da non più di 60 mesi, rispetto ai 12 previsti ora, e con copertura del 90% delle spese ammissibili invece dell’attuale 75%.
 
Ricerca E Sviluppo
Vi sono, infine, alcune di modifiche a misure riguardanti le attività di ricerca e sviluppo. Dal 2020 dovrebbe essere incrementata dal 50 al 70% la riduzione dell’imponibile per i ricercatori che tornano in Italia (“rientro dei cervelli”) semplificando al contempo le regole per l’accesso all’agevolazione ed estendendola all’avvio di attività di lavoro autonomo.
Dovrà essere attuata da un decreto ministeriale, invece, l’agevolazione finanziaria relativa al 50% dei costi per la realizzazione dei processi di trasformazione tecnologica e digitale che abbiano come finalità le tecnologie abilitanti individuate nel piano impresa 4.0 a fronte di una spesa di almeno 200mila euro.





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