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Febbraio 2018

Meccatronico, le imprese di autoriparazione hanno tempo fino al 2023 per ottenere la qualifica professionale

di Redazione

Prorogato di 5 anni il termine, fissato inizialmente al 2018, per meccanici ed elettrauti per concludere le procedure per diventare meccatronici. L’emendamento alla legge 224 del 2012 ha introdotto alcune novità. Ecco quali.
 
C’è ancora tempo per abilitarsi come meccatronico. È stato prorogato di cinque anni, fino a gennaio 2023, il termine entro il quale le imprese di autoriparazione possono concludere le procedure per ottenere questa qualifica professionale. L’emendamento alla legge 224 del 2012 – normativa che ha introdotto l’attività di meccatronica per allineare le competenze alle innovazioni tecnologiche introdotte nel mondo automotive – è stato previsto dalla Legge di Bilancio 2018. L’intento è di consentire alle Regioni inadempienti di istituire i corsi necessari agli autoriparatori per adeguarsi ai requisiti tecnico professionali e svolgere così l’attività di meccatronico.
 
La normativa in questione interessa nello specifico meccanici ed elettrauti – parzialmente anche gommisti e carrozzieri – che abilitati a una sola delle due professioni devono seguire specifici corsi di aggiornamento. Così da ottenere la nuova qualifica ed evitare la pena della sospensione della propria attività. Secondo alcune stime in Italia a essere interessate dalla proroga sarebbero circa 25 mila imprese. Entrando nel dettaglio dell’emendamento si nota che oltre al rinvio di cinque anni del termine per l’adeguamento dei requisiti professionali – la scadenza era fissata al 5 gennaio 2018 –, è previsto anche: un’analoga proroga per la regolarizzazione delle imprese già abilitate che intendano conseguire l’idoneità anche per una o entrambe le altre sezioni contemplate dalla disciplina dell’autoriparazione, la fissazione del termine del primo luglio 2018 entro il quale le Regioni sono tenute ad attivare i corsi e la previsione per le imprese abilitate per una o più attività di ottenere l’immediata abilitazione, dopo la frequenza ai corsi, all’esercizio della relativa attività senza l’obbligo di svolgere la stessa, per almeno un anno, alle dipendenze di imprese operanti nel settore nell’arco degli ultimi 5 anni.
 
Questo rinvio però non è stato esente da polemiche. Infatti, se da un lato le associazioni di categoria hanno accolto favorevolmente la decisione di concedere più tempo a chi fosse in ritardo, dall’altro le stesse ne hanno contestato la durata: considerando un quinquennio un periodo troppo lungo.
 



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