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Settembre 2018

Legge di Bilancio, su iper e super ammortamento il Governo pensa a un nuovo meccanismo per incentivarne l’utilizzo dal 2019

Matteo Prioschi, giornalista de Il Sole 24 Ore

Agevolazioni fiscali “adattate” alle piccole e medie imprese. Tra i correttivi allo studio dell’Esecutivo ci sono: l’introduzione di un tetto massimo al beneficio fiscale, la riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro e quella dell’Ires sugli utili destinati a investimenti e assunzioni.
Iperammortamento e superammortamento fiscale “adattati” alle piccole e medie imprese. Nel cantiere aperto dal Governo per la legge di Bilancio 2019, da approvare entro fine anno, la conferma dell’agevolazione per le aziende che investono in innovazione è considerata certa. Lo hanno confermato a inizio settembre i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, evidenziando quella che dovrebbe essere una novità, cioè l’introduzione di un meccanismo per favorire un maggior utilizzo di queste misure da parte delle aziende più piccole.
 
Iperammortamento e superammortamento sono stati messi a punto per supportare le imprese che investono in beni strumentali nuovi nonché in software e sistemi informativi per la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. L’iperammortamento consiste in una supervalutazione a fini fiscali del 250% dell’investimento fatto dall’azienda, con il “super” la valutazione è del 130% che diventa del 140% per i programmi informatici abbinati a investimenti iperammortizzati. La normativa attuale prevede il riconoscimento dell’agevolazione agli investimenti effettuati nel 2018 con la possibilità di completare l’operazione nel 2019 a fronte dell’accettazione dell’ordine da parte del venditore e il pagamento di un acconto pari almeno al 20% entro la fine di quest’anno.
 
Si tratta di soluzioni che sono state apprezzate dal mondo produttivo, ma sono state sfruttate più dalle grandi che dalle piccole aziende e più al Centro-Nord che al Sud. Un risultato che deriva principalmente dal fatto che le realtà più piccole stentano a realizzare investimenti innovativi (e di conseguenza ricorrono meno alle agevolazioni). Secondo i dati diffusi dal Ministero dello sviluppo economico la quota di imprese già 4.0 è dell’8,4% a cui si aggiunge un altro 4,7% che ha in programma investimenti in questa direzione. Le differenze legate alle dimensioni delle aziende però sono enormi: tra quelle fino a 9 addetti meno del 10% è o prevede di diventare 4.0; quota che sale a quasi il 28% delle realtà con 10-49 addetti e arriva al 50% in quelle con oltre 250 dipendenti.
A livello territoriale, invece, a fronte della media nazionale dell’8,4% si registra un 9,2% di aziende tecnologicamente evolute nel Centro-Nord e il 6,1% di quelle presenti al Sud. Una differenza sensibile, che però produce un risultato ben più consistente quando tale fattore si combina con la rarefazione delle aziende nelle regioni meridionali: secondo una stima effettuata dallo Svimez (associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) la quota di agevolazioni sfruttate dalle aziende del Sud è pari a circa il 10% del totale nazionale.
 
La differente propensione e diffusione delle tecnologie 4.0, con conseguente accesso alle agevolazioni fiscali, si riscontra poi nei bilanci delle aziende. Come di recente evidenziato dal Sole 24 Ore sulla base di dati forniti da Infocamere, nel 2017, anno di entrata a regime del superammortamento e di avvio dell’iper, sono state soprattutto le grandi imprese a beneficiare di una riduzione della pressione fiscale, passata al 24% rispetto al 32% dall’anno precedente, mentre per le realtà più piccole dal 39 si è scesi al 34%.
 
Le aziende più piccole, in realtà, non sono assenti dal pacchetto di incentivi messo a disposizione dal Governo per supportare gli investimenti. Però, come rilevato nei dati diffusi dal Ministero dello sviluppo economico, in proporzione sono più orientate verso la “Nuova Sabatini”. Il superammortamento è stato ritenuto rilevante da circa il 60% delle aziende che hanno fatto un investimento in nuove tecnologie nel 2017, senza differenze rilevanti tra grandi e piccole. L’iperammortamento, invece, è stato apprezzato da oltre la metà delle medio-grandi e da circa il 35% delle piccole. Per queste ultime nel 40% dei casi è risultato significativo l’aiuto della Nuova Sabatini, che invece ha inciso solo al 10% per le grandi.
 
A fronte di questo quadro, il Governo è al lavoro con l’obiettivo di incrementare l’utilizzo dell’iperammortamento (e più in generale delle agevolazioni per gli investimenti) da parte delle piccole aziende. I correttivi specifici da apportare rispetto alle regole attuali non sono stati ancora individuati, ma si è ipotizzato, per esempio, di introdurre un tetto massimo al beneficio fiscale dell’iperammortamento. Si sta ragionando, però, anche a una riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro per le imprese 4.0 e una riduzione dell’Ires sugli utili destinati a investimenti e assunzioni. Il tutto alla luce delle risorse disponibili in una manovra economica i cui contorni sono ancora da definire alla luce dei vincoli di bilancio richiesti dall’Unione europea e rispetto ai quali non si può ancora dire con certezza quanta flessibilità sarà concessa all’Italia. Super e iperammortamento, per esempio, quest’anno hanno pesato sul bilancio dello Stato per circa 1,1 miliardi, la Nuova Sabatini per un’ottantina di milioni e il credito di imposta per ricerca e sviluppo altri 700 milioni di euro.



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